martedì 29 marzo 2011

Supereroi


Dopo avere mangiato ieri sera mondongo, oggi sono invitato a pranzo a casa di Rosangela.
Nonostante il nome molto strano e il suono della parola evochi qualcosa di esotico il mondongo altro non è che la nostra trippa. Come in Italia è ritenuto un piatto “povero” e per questo,  anche qui,  quando sentono che mi sono divorato due razioni di mondongo storcono il naso . . . ma per chi non l’ha provato, nonostante l’odore non sia proprio esaltante,  una buona razione di trippa o mondongo che dir si voglia può  essere un vero piacere.

Dicevo …. Sono sato invitato a casa di Rosangela . . .
Ma chi è Rosangela? Beh, io ho conosciuto nella mia vita due supereroi  (nel mio caso supereroine visto che sono donne) una è una versione araba di Batman, la mia amica Fatima e l’altra è wonderwoman Rosangela.
Ho conosciuto Rosangela su internet nel 2004 collaborando al progetto di Elsie (“italiani per caso”) per facilitare lo studio dell’italiano dei suoi studenti venezuelani.
Era una delle studentesse più attive e curiose e circa un anno dopo ho avuto modo di conoscerla quando riuscì ad ottenere uno stage di tre mesi presso un hotel di Milano.
Piccolina, esile, un po’ timorosa e timida ma in grado di sopportare e superare ogni avversità. Impossibile non volerle bene e apprezzarla, sempre educata e discreta quando passò a casa mia per un weekend anche i miei genitori si innamorarono di lei.
Ha una storia incredibile che già aveva avuto un prologo a 15 anni quando la sua scuola tentò uno scambio culturale con diversi paesi europei  proponendo ai propri studenti di scegliere tra diverse nazioni per attivare l’interscambio. Ovviamente quasi tutti gli studenti chiesero Spagna/Francia/Inghilterra/Italia ed era veramente difficile essere scelti per questa esperienza, Rosangela aggiunse un “Finlandia”  e a 15 anni è uscita per la prima volta dal suo paese passando un anno in questa Nazione apprendendone  anche la lingua. Nei suoi racconti mi ha descritto questo anno come molto interessante ma anche molto difficile, lei che veniva da un paese come il Venezuela dove non aveva mai visto la neve, dove la gente è solare e ciarliera, dove i rapporti umani, la famiglia,  il contatto interpersonale è importante, appena adolescente era stata catapultata in un paese completamente diverso con un clima  rigido,  una lingua incomprensibile,  persone sospettose, cibo insipido gente poco propensa al dialogo e alle relazioni.  Ma nonostante tutto questo rientrò un anno dopo a casa, un po’ provata, ma arricchita e con qualche idea in più sul da farsi nel futuro. Infatti giunto il momento di scegliere la facoltà universitaria consultandosi anche con la cugina (Elsie che mi sta ospitando) decise di studiare lingue.
Ricordo che nell’anno milanese ci siamo incontrati alcune volte e nonostante le difficoltà che doveva sopportare mi raccontava di come le sarebbe piaciuto, avendo la possibilità di rinascere, essere la sua valigia che puntualmente in ogni suo viaggio veniva smarrita e le veniva  riconsegnata dopo diversi giorni dopo  avere viaggiato mezzo mondo.
Terminati i tre mesi milanesi ritornò a casa ma subito ecco un’altra occasione, sfruttando non so bene che contatto riesce ad avere una borsa di studio per trasferirsi in Francia per un altro periodo formativo.
Altro periodo durissimo! Sempre sola viene spedita in una città vicino alle Alpi dove ha difficoltà a trovare anche un posto letto, riesce arrangiandosi a ottenere presso un istituto la possibilità di utilizzare una branda in un locale della scuola in cambio di lezioni di spagnolo da dare agli studenti. Si fa benvolere e riesce a farsi prestare un materasso per completare il letto della scuola,  coperte e qualche vestito pesante. Non le piace per niente, ha dei problemi con i soldi, il locale in cui dorme è nella scuola, di notte spengono il riscaldamento e deve sopportare il freddo ed è sempre un po’ malaticcia. Si avvicina il Natale e il pensiero di doverlo passare da sola in una camera fredda e un po’ squallida la spaventa e la rattristisce e per questo mi contatta con la speranza le possa far passare il Natale con noi in famiglia.
“Certo Rosangela che puoi venire, ma visto che a SantoStefano io partirò dovresti venire la settimana prima e poi magari potresti andare da Giorgio (un nostro comune amico anche lui conosciuto nel gruppo italiani per caso”)”
Purtroppo non puo’ venire prima della vigilia di Natale, la scuola chiude solo da quel giorno è dispiaciutissima, proverà a sentire Giorgio se la può ospitare almeno qualche giorno. Io da parte mia cerco di consolarla e di scusarmi “Mi dispiace molto ma  ho in tasca un biglietto aereo per la Romania con partenza il 26  e resterò là fino al 6 gennaio, proprio non posso fare di più, per passare un po’ di vacanze insieme dovresti venire con me là” 
Ecco che Rosangela nel modo più spontaneo del mondo fa la cosa più logica e oltre a farmi sentire un po’ idiota me la trasforma nel mio personale eroe. Senza alcuna malizia e come fosse la cosa più naturale del mondo ribatte “la Romania non l’ho mai vista dici allora che posso venire con te?”
Mi commuove, ha una grande fiducia in me, ha quasi paura di dovere rimanere sola in Francia . . .  a quel punto mi collego su internet, le compro il biglietto aereo sul mio stesso volo e poche settimane più tardi facciamo le vacanze insieme ad un amico italiano e ad alcuni rumeni che ci portano a conoscere il loro paese.
Quando penso a lei la vedo sempre così, carina, educata, sempre in difficoltà ma sempre reattiva alla ricerca di una soluzione che coraggiosamente e tenacemente trova superando ogni ostacolo creandosi nuove opportunità.
Ora la reincontro nella sua terra, è la stessa di sempre,  mi presenta ai genitori e al suo ragazzo, uno Svizzero della Svizzera  tedesca  e a tavola mi informa delle sue novità.
Poveretta, è un po’ stanca, è ritornata a casa da quasi un anno dopo essere passata per la Repubblica Ceca, la Spagna e la Svizzera dove ha tentato di stabilirsi con il ragazzo, ma con scarso successo. Mi aveva contattato in quel periodo e avevo provato di trovarle una qualche opportunità in Italia ma il suo curriculum ora quasi spaventa tanto è completo e importante, le esperienze fatte, gli studi,  le capacità acquisite e con le mie poche conoscenze non ero stato in grado che di proporle di contattare alcune grosse ditte.
Ora non invidia più la sua valigia ha viaggiato quasi troppo, sta cercando stabilità e vorrebbe che le sue esperienze fossero utili anche per qualche suo connazionale, ha trovato un lavoro per ora precario, nell’università ma conta a breve di fare un concorso per passare all’insegnamento.
E’ un po’ confusa o,  forse, sarebbe meglio dire ha bisogno di rallentare un attimo dopo anni di studi duri e difficoltà incredibili,  per fortuna ora "il ragazzo" che ha deciso di fare un dottorato qui in Venezuela le è vicino e di supporto. 
Penso sarà una ottima professoressa universitaria e sono contento di vederla reinserita nel suo mondo.
Usciamo nel tardo pomeriggio e mi portano in una zona della città “la parroquia” che ancora non conoscevo e dove continuiamo a chiacchierare mangiando un gelato.

Ed eccomi a casa nuovamente, sono contento di avere rincontrato Rosangela, di avere visto che sta bene, di averla sentita ancora combattiva, di avere conosciuto la sua mamma, il suo papà, il fidanzato; mi ha fatto bene parlare con lei, sento che anche io posso costruire qualcosa,  avere nuove esperienze, superare le difficoltà che possono arrivare . . . mi sento più forte . . .  è una fortuna avere degli amici Supereroi.


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