mercoledì 29 agosto 2012

Caffè e Covrig

Oggi
Sto mettendo un po’  di ordine nei miei appunti di viaggio, niente di che, qualche frase segnata, qualche oggetto minuscolo,  qualche foto. Sono ovviamente già rientrato e ho un sacchetto da portare ad un amico. Visto lo stile sconclusionato dei miei post, ho deciso,  li mescolerò anche temporalmente, presente e passato. Tra pochi minuti mi incontro con Stefano che per diversi motivi  ha molto a che fare con questa mia ultima meta.

Di solito si parla delle amicizie come di  qualcosa che nasce da giovani, magari compagni di giochi, di scuola, frequentatori di medesime compagnie adolescenziali. In età adulta si crede, a torto,  di avere meno opportunità nelle relazioni,  ed ecco che al posto degli amici si frequentano “colleghi” (che ora ci sono ora no),  che entrano nella nostra vita in modo formale per uscirne velocemente non appena le occasioni di incontro diminuiscono.

Nel mio caso, mi ritengo fortunato, ho un buon numero di amici acquisiti in età adulta e hanno tutti una caratteristica. Sono fantastici.

Stefano,  per esempio, che  sta per ricevere il sacchetto di covrig che ho comprato per lui in Romania l’ho conosciuto sul lavoro anche se non siamo mai stati colleghi. Avevo preso il suo posto in ufficio e qualche volta passava per alcuni lavori che vi aveva mantenuto.
Era ed è decisamente più bravo di me professionalmente, per questo l’ho inizialmente conservato come contatto prezioso; mio coetaneo, molto intelligente ma per niente diplomatico, pungente a volte al limite dell’antipatico (per chi non lo conosce),  estremamente “ruvido”, interessante e  mai banale. Alle volte spietato nelle sue considerazioni, credo sia per questo che alcuni non riescono ad andarci d’accordo, mentre altre volte mostra un cuore tenero e una generosità  quasi esagerata e commovente.
Le nostre strade si sono incrociate diverse volte, per il lavoro, lo scoprire una passione comune per i Cure,  e quindi “via insieme ai concerti” ma, poi, anche lughi tempi senza vederci, ci si perdeva di vista per lungo tempo. Ed ecco un anno in cui nacque una nuova occasione per ritrovarci, questa volta quattro chiacchiere in più, una situazione sentimentale “sbagliata” vissuta da entrambi nello stesso momento,  nello stesso modo,  con gli stessi dubbi e ansie, forse anche la voglia di capire se si poteva essere veramente amici e quindi una proposta che nasce spontanea.

“Qui ci perdiamo di vista continuamente, perché non fare qualcosa insieme? Che ne dici? La settimana di ferragosto sono in ferie, qualche idea? Che so,  qualche giorno di vacanza insieme?”

Devo essere sincero, questo dialogo (più o meno) è esistito veramente ma non ricordo di chi fu la proposta, ricordo che nella scelta del “dove andiamo?” fui invece io determinante. Ero in piena follia da messenger (yahoo, Msn, Skype) , i miei contatti su internet si moltiplicavano di giorno in giorno ed erano tutti oltre confine;  quindi la proposta fu quasi scontata: “andiamo a trovare uno dei miei nuovi amici?”
Si trattava di scegliere dove, i miei contatti spaziavano per mezzo globo, era il momento in cui conoscevo Elsie e Rosangela ma il Venezuela (Stefano c’era già stato per una lunga vacanza) era troppo lontano e troppo costoso per una sola settimana di vacanza e allora???
Allora, conoscevo da un po’ di tempo una simpatica ragazza con un ottimo inglese, Raluca; perché non provare ad andare a conoscerla di persona?  Dove? Romania!
Contatto Raluca per sentire se l’idea le piaceva, se non avremmo disturbato, se poteva fornirci un minimo di logistica e aiuto per visitare il suo paese, oltre che,  ovviamente, se  avesse piacere di conoscerci . Lei molto ospitale e gentile ci invita.
Eccoci pronti non molto tempo dopo, io con il mio passaporto nuovo arrivato giusto in tempo (allora la Romania non era nella CEE),  un po’ agitato per il mio primo volo oltre i confini nazionali con destinazione Bucarest Otopeni (l’aeroporto principale della città). Nemmeno bene avrei saputo  indicare su una cartina la mia meta ma parto fiducioso con Stefano.
Nel viaggio spiego bene dell’amica che ha detto che ci verrà a prendere e ci aiuterà nel nostro girovagare da turisti. Devo ammetterlo,  man mano che lo racconto, avvicinandoci alla meta mi rendo conto che quanto dico è piuttosto surreale, solo noi due italiani “un po’ tonti “ potevano non notare diverse stonature.
La mia amica abita all’estremo est della Romania, ai confini con la Moldova,  in una città che si chiama Galați,  250 km. da Bucarest. Quando le ho chiesto come dovevamo fare per raggiungerla, per trovare un treno o un mezzo di trasporto qualsiasi, lei,   intuendo le possibili difficoltà in cui avremmo potuto trovarci per via della lingua (e probabilmente già immaginando dai nostri discorsi non fossimo particolarmente svegli) preoccupata,  si offre di venire ad accoglierci all’aeroporto. Contenti  la troveremo all’atterraggio.
Siamo in fila per il visto e realizziamo . . .  ritirati i bagagli saremo fuori . . . ma che possibilità ci sono che Raluca sia là ad aspettarci veramente? Una ragazza di vent’anni si sarebbe dovuta fare 250 km. per venire ad aiutare 2 “polli” italiani con il doppio dei suoi anni a fare i turisti portandoli a casa sua? Mhhhh … capiamo quanto siamo idioti e parecchio illusi, “va beh dai, se non c’è (e non potremmo nemmeno fargliene una colpa)  ci organizziamo e ci cerchiamo un albergo . . . tempo ne abbiamo e qualcosa ci inventeremo per questa settimana di vacanza”
Oltrepassiamo la dogana ed usciamo  . . . una folla  come sempre in queste occasioni dietro le porte automatiche. Mi guardo intorno . . . no, nessuno per noi.  Riguardo meglio mentre anche Stefano cerca di capire  se la mia amica possa essere lì basandosi su una descrizione molto approssimativa che ho fatto di lei ma  . . .
“Roberto welcome” una mano mi tocca la spalla;  Raluca non aveva mancato l’appuntamento! Ci è venuta a prendere in taxi ed è pronta per il rientro a casa.  Tanta ospitalità e gentilezza non ce la saremmo mai aspettata.
Inizia così la nostra prima volta in Romania. Trascorreremo una settimana conoscendo un mondo che ci affascinerà, persone che sono entrate nel nostro cuore e che visiteremo e rivisiteremo altre volte.
La famiglia di Raluca è fantastica e quasi ci adottano, papà Ion e mamma Marina ci accolgono tra loro.
Per alcuni anni rinsalderemo,  io e Stefano,  la nostra amicizia con periodici viaggi in est Europa;  Stefano che non parlando inglese nel primo viaggio soffre un po’ per le difficoltà di comunicazione si trasforma rapidamente in rumeno. Pare che in quegli anni avesse delle ferie arretrate e ogni occasione diventa buona per andare a visitare la nostra nuova famiglia, sparisce una settimana e mi chiama da là. Viaggia con Ion e Marina per il paese, a volte lasciando a casa Raluca neanche fosse lui il figlio,   in una full immersion di rumeno che gli consente anche di apprendere la lingua e i costumi. Nei viaggi che successivamente faremo insieme lo vedo sempre più a suo agio,  tanto che non riesce più, quando siamo là, a fare una colazione se non con un caffè e un covrig (colazione corrispondente al nostro cappuccio e cornetto) il tipico pane usato tradizionalmente al mattino che ora gli porterò.
Stefano mi aspetta . . .  vado . . . Pa (ciao).

8 anni fa




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